Torre del Cavallaro (Spina)

È situata nel centro abitato di Marina di Gioiosa Jonica, vicino al mare nei pressi della stazione ferroviaria. Fu edificata nel XVI secolo usando, pare, materiale del vicino teatro romano e fu restaurata nel corso del Settecento. In passato è stata chiamata anche torre Borraca (forse il nome del primo "inquilino") e torre Spina (dal feudo appartenente alla famiglia Spina imparentatasi con quella gioiosana dei Pellicano).

La tenuta in cui sorge, presso la Stazione ferroviaria dello Stato, apparteneva al marchese Pier Domenico Pellicano Spina. Ufficialmente, la torre è considerata come una fortezza del secolo XVI, ma probabilmente la sua fondazione risale ad età bizantina e si presume che sia stata costruita dal generale greco Niceforo II Foca per sicurezza e per vedetta, dato che le spiagge gioiosane venivano spesso saccheggiate dalle incursioni saracene. Egli attuò, pertanto, un dispositivo di torri costiere lungo le spiagge della Calabria. Verso la metà del 1500, durante il dominio spagnolo, le spiagge e i paesi venivano saccheggiati dalle incursioni dei turchi ed il Viceré Don Pietro di Toledo fece costruire una serie di torri: la vecchia Torre Borraca o Spina e la rese funzionale, collegandola con Torre Galea, Torre Elisabetta o Torre dei Giardini e Torre Vecchia. Nell’interno fu posto un dispositivo militare. Il nome di “Torre del Cavallaro” è dovuto al fatto che due vigili a cavallo detti Cavalieri dovevano segnalare l’eventuale approssimarsi dei Barbari.
La Torre era anche in collegamento visivo con la Torre di Roccella Jonica, con la Torre di Caulonia, la Torre di Riace e la Torre di Siderno. La Torre del Cavallaro è di forma cilindrica ed è composta da due parti: nella parte bassa c’è la porticina d’ingresso, nella parte alta c’è un finestrone di guardia. È stata costruita in calce e pietra con materiale prelevato dal vicino teatro romano.

La fortezza con coronamento a merli è dotata di una monofora con arco a tutto sesto. La struttura muraria presenta dei fori cosiddetti "da ponte" ed è suddivisa in due parti: troncoconica alla base, utilizzata come deposito, e cilindrica in alto dove si trovava la sala della guardia. Al centro corre un cordolo formato da intonaco e piccole pietre irregolari. L'ingresso era posizionato a monte in una zona inaccessibile dal mare e raggiungibile, probabilmente, attraverso una scala in legno o corda. Dopo le incursioni barbariche la torre del Cavallaro divenne un posto doganale nel decennio francese e una postazione del cordone sanitario approntato in seguito all'epidemia di colera del 1831. Durante il secondo conflitto mondiale sulla fortificazione fu installato un telegrafo e un posto di avvistamento aereo.

 

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